Il Far West non è lontano dalla Pianura Padana.
Montanaro: una chiesa , un’osteria, il rumore assordante delle cicale, il vagare lento e stanco di gasteropodi persi nell’aia dell’assolato paese scandiscono secondi , mesi, anni sempre uguali. Due nerboruti cowboys della bassa (Enzo Fermi e Luigi Carlotti) attendono che il tempo e la noia disegnino il loro destino, finchè, perso nella canicola, compare lui, il forestiero (Francesco Barbieri), che porta scompiglio nel delicato equilibrio del borgo.
Sarà solo il quarto , oscuro personaggio (Mauro Mozzani) che, senza alcuna pietà per l’inconsapevole vittima, alla fine deciderà il da farsi.
Una breve storia che ci ricorda che nulla è come sembra; la rappresentazione del desiderio di un mondo che, come la nostra pianura, sia sconfinato, verde, e dove ci sia posto per tutti.
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The Far West is not so distant from Padana Valley.
Montanaro: a church, the inn, the roaring noise of the cicadas, the slow plodding around of the gasteropods lost in the court of the sunny village. And so time goes by, through seconds, months and days repeating themselves over and over again. Two tough cowboys of the lowlands (Enzo Fermi and Luigi Carlotti), let time and boredom trace their destiny until one day, lost in heat, a stranger (Francesco Barbieri) arrives. He will upset the delicate balance of the town. Only a fourth, misterious character (Mauro Mozzani), without any pity for his unaware victim, will finally decided what to do.
A short story that will remind us nothing is how it seems, representing the desire of a world as wide and green as our plane, where there is a place for everyone. |
NOTA DEL REGISTA DIRECTOR'S NOTES |
"Fai presto a parlare tu, ma dalle nostre parti se vuoi campare o fai il prete o fai il bandito, tu hai scelto di fare il prete ed io il bandito.”
Non ricordo bene chi diceva questa bizzarra verità; forse un vecchio cowboy in uno di quei vecchi film western che mi piacciono tanto perchè fatti di silenzi e parole che segnano l’anima. Il West, il Lontano West, la terra dei giusti.
I giusti non si riconoscono mai, si nascondono tra gli indiani, i banditi, gli sceriffi, i reverendi, e saltano fuori solo alla fine, dopo due ore e mezza di film; due ore e mezza di fiumi, tramonti, vallate sterminate e facce che parlano con gli occhi e con le pistole.
I giusti sono tra loro , sono tra di noi , e li senti arrivare a cavallo del vento della libertà; li aspetti per due ore e mezza per poi sentirti, anche tu, un pò libero nel mondo in cui tutti sono giusti perchè uguali, nel bene e nel male:
il West, il Lontano West, la terra dei giusti.
La terra dove vince l’umana fragilità e poco importa se al posto del bandito c’è il prete, il contadino o il travestito. Non lontano da qui, non lontano nemmeno dal Lontano West, a Montanaro, c’è il paese dove tutti sono uguali, la piccola terra dei giusti. A Montanaro ci vogliono più o meno dieci minuti per raccontare che la libertà è un valore imprescindibile, bastano poche righe scritte da Flaviano e Claudia, ci vogliono tanta tenacia e la volontà di tante persone per raccontare che a Montanaro, almeno lì, “Non basta una corda a fare un impiccato” , come anche diceva...
...mah, la memoria a volte gioca brutti scherzi.
Andrea Canepari
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“It's easy for you to speak, but if you want to survive in this land you have only two choices: either you become a priest, either you become a bandit. You have chosen to be a priest, and I am the bandit”. I can't remember who said this very true sentence, maybe it was and old cowboy in one of those old western films that I like so much, because they are characterised by silence and words that leave a mark inside you. The West, the Far West, the land of the righteous. You can't recognize the righteous, because they are hidden among indians, bandits or priests, revealing themselves only at the end, after a two and a half hour film. One hundred and fifty minutes of rivers, beautiful sunsets, immense valleys and faces speaking with their eyes and their guns. The righteous are among them, among us, you can hear them coming as they ride the wind of freedom. You wait for them for two hours and a half and then you can feel a little more freedom for yourself too, in this world were all characters are righteous because they are all the same, for good and for bad: it's the West, the Far West, the land of the righteous. It's the land where human frailty prevails and no one cares if the role of the bandit is played by the priest, the peasant or
a transvestite
. Not far from here, even not so distant from the Far West, you will find the land where all the people are equal, the small land of the righteous. In Montanaro, it takes no more than ten minutes to show that freedom is an essential value: all you need are a few words written by Flaviano and Claudia, a great tenacity and the will of the people to tell you that in Montanaro, at least there, “a rope is not enough to make a hanged man”. Just as someone else said… well, I can't remember who, but sometimes memory plays me up.
Andrea Canepari |
NOTA DELLA PRODUZIONE PRODUCTION NOTES |
Concorto Production: solo l'inizio ?
Cosa succede se un gruppo di amici una sera si attardano a chiacchierare ed uno di loro improvvisamente dice “Ho in mente una storia..”
Nel nostro caso è successo che questa storia si è trasformata in una sceneggiatura, che questa sceneggiatura è stata letta da un regista, Andrea Canepari, che l’ha girata via mail ad un fotografo, Ettore Sola, ed è piaciuta a due interpreti, uno già famoso, il nostro grande Mauro Mozzani, e l’altro rivelatosi come strepitoso esordiente, Francesco Barbieri.
Certo, questa avventura non è stata esente da difficoltà: per la prima volta noi di Concorto ci siamo cimentati in una produzione ed abbiamo affrontato i problemi e gli imprevisti che fanno parte di questo lavoro: piogge di inizio estate sulle riprese esterne; telecamere che fanno le bizze; computer che si bloccano per mai più ripartire; sospette appendiciti degli attori e il tutto facendo i conti giorno per giorno con un budget che con un eufemismo si sarebbe potuto definire “esiguo”.
Da qui, la scelta del titolo del nostro corto, questo “Lost in Montanaro” che è innanzitutto una citazione ed un omaggio al regista Terry Gilliam ed al suo “Lost in La Mancha”, storia di un film che, a causa del destino avverso, non ha mai visto la luce. E “Lost”, perduto, il protagonista della nostra storia lo è per davvero: perduto nella nostra pianura emiliana in un afoso pomeriggio d’estate che gli riserverà delle sorprese.
Al contrario del film di Gilliam però, il nostro “Lost in Montanaro” è vivo e vegeto e lo deve alla caparbietà di tutti gli amici che hanno lavorato senza perdersi d’animo.
Ancora grazie quindi al regista, l’energico Andrea Canepari, al direttore della fotografia, l’instancabile Ettore Sola, all’insostituibile Matteo Ziliani, all’inarrivabile Mauro Mozzani, al sorprendente Francesco Barbieri, che si è cimentato con scioltezza in un ruolo impegnativo. E grazie ai grandi Rosy Selvagna, Enzo Fermi e Luigi Carlotti.
E per finire grazie a Paride, il pacifico asinello che ha partecipato alla realizzazione del corto. Pacifico, Paride, non lo è stato solo una volta quando, sciolto il nodo che lo tratteneva, si è dato a fuggire per la campagna; a noi che lo inseguivamo, accaldati, complice forse il sole e la temperatura estiva, “parve che Paride prendesse a volare, basso, con un battito d’ali lento e gentile, a sfiorare il granturco quasi maturo. Poi d’improvviso prese a salire, girando in tondo intorno al campanile per poi sparire infine in una densa nube di polline di tiglio…”
Ma qui comincia un’altra storia.
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Concorto Production: only the beginning?
What happens if a group of friends stay up late one evening chatting and one of them suddenly says, “I have an idea for a story…”?
In our case it happened that this story was transformed into a screen script, that this script was read by a cinema director, Andrea Canepari, who sent it on by mail to a photographer, Ettore Sola. It then appealed to two actors, one already famous, the great Mauro Mozzani, and the other an amazing debutant, Francesco Barbieri.
Certainly, this adventure was not without difficulties. For the first time, we at Concorto tried our hands at a production and faced the problems and unforeseen obstacles that are part of this job: rain in early summer during outdoor filming, cameras that went mad, computers that blocked and would not start again, an actor with suspected appendicitis, and always, day by day, calculating a budget that only euphemistically could be called “tight”.
This gave us the title of our short, this “Lost in Montanaro” that is, first of all, a quotation and a homage to the director Terry Gilliam and his “Lost in La Mancha”, the story of a film that, because of an unkind fate, never saw the light of day. Unlike Gilliam's film, however, our “Lost in Montanaro” is alive and kicking, and owes this to the stubbornness of all those friends who have worked without losing hope. Once again, then, thanks to the director, the energetic Andrea Canepari, to the photographic director, the untiring Ettore Sola, to the irreplaceable Matteo Ziliani, to the great Mauro Mozzani, to the surprising Francesco Barbieri, who took on with ease a demanding role. And thank you to the wonderful Rosi Selvagna, Enzo Fermi and Luigi Carlotti. And finally, thank you to Paride, the peaceful donkey who took part in the short. Only once was Paride not peaceful, when, slipping the knot that tied him, he set off for the open country. To us who pursued him, hot and sweaty, perhaps because of the sun and summer temperatures, "it seemed that Paride was flying, low down, with a slow gentle beat of his wings, just above the fields of ripening maize. Then, suddenly, he began to rise, spinning round a church tower, and disappeared into a thick cloud of lime pollen ....."
But this is the beginning of another story.
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