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‘Il medium
è il messaggio’ è la conclusione più
significativa dello studio sui mezzi di comunicazione a opera di
Marshall McLuhan. Per Instant Short il film non risponde all’esigenza
di una riorganizzazione spazio-temporale della realtà da
parte dell’autore, è al contrario possibile solo perché
l’autore, scegliendo responsabilmente di modificare il proprio
sistema di aspettative estetiche, decide di assorbire nella propria
weltaschaung, non gli elementi che popolano il film – la realtà
–, ma la qualità degli strumenti che ne permettono
la costruzione – i mezzi tecnici e umani di produzione -.
Instant Short ristabilisce in questo modo le coordinate della relazione
tra il mittente e il destinatario del processo comunicativo.
Infatti, lo sforzo dello spettatore di ricondurre l’opera
alla poetica e all’unità stilistica del suo autore
reitera la fruizione delle immagini al di là del tempo reale
necessario alla proiezione integrale del film, modificando in questo
modo l’identità stessa dello spettatore che da transitoria
si trasforma in permanente, rimanendo spettatore appunto anche al
di fuori del tempo reale di fruizione del film. Il giudizio di valore
che lo spettatore inevitabilmente ricerca per dare un senso estetico
all’opera sarà possibile non soltanto dopo averlo visto,
ma soprattutto dopo averlo ripensato in una fase di non visione
in cui il desiderio di rivederlo non potrà mai superare il
desiderio di rigirarlo.
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